Domenica 17 giugno 2018 ore 15,30
al Museo Etnografico dell’Alta Brianza
Località Camporeso – Galbiate
si inaugura la mostra
Così, su due piedi.
Calzolai, ciabattini, zoccolai
in Brianza e nel Lecchese
a cura di Serena Meroni e Massimo Pirovano
Intervengono
Fabio Benedetti, Silvano Brambilla, Luca Cesana, Vittoro Galbusera,
Mario Roncaletti, Roberto Sangiorgio
La mostra è allestita presso il MEAB di Galbiate dal 17 giugno 2018 al 28 aprile 2019. Info e orari sul sito del Meab.
L’idea di dedicare agli artigiani delle calzature una mostra è maturata negli ultimi anni, grazie alle donazioni prevenute al MEAB ma anche per la consapevolezza del significato sociale di mestieri, oggi profondamente mutati, secondo una tendenza diffusa sul piano produttivo e della organizzazione del lavoro. Pochi infatti sono nella nostra zona i calzolai e gli zoccolai. Pochissimi coloro che costruiscono queste calzature partendo dai materiali grezzi. La più parte ripara e vende zoccoli e scarpe che vengono realizzate altrove.
La scarpa oggi è diventata un oggetto “ludico”, che si acquista prevalentemente per il piacere di averla e di mostrarla. Chi vende scarpe “ lavora molto sull’emozione” del cliente. Si può affermare che un po’ tutto il commercio è alimentato dalla ricerca della novità, molto più che non da un’ effettiva necessità. E questo è un fenomeno diffuso in quasi tutte le famiglie della nostra società.
La funzione originaria della scarpa, cioè quella di proteggere il piede nelle lunghe camminate, specie per raggiungere il posto di lavoro, non è il motivo che guida l’acquisto, come accadeva presso le classi popolari, fino agli inizi del boom economico.
Prima di allora, presso le classi popolari, almeno in campagna, si indossavano gli zoccoli. Solo gli uomini adulti, impegnati in certi mestieri, usavano le scarpe, che servivano a tutti in occasione delle feste e specialmente delle cerimonie religiose.
I ricercatori del MEAB, incontrando e frequentando alcuni dei rari testimoni che hanno fatto calzature o ancora le fanno,in genere con un’attività tramandata di padre in figlio, sono riusciti a documentare per questa mostra un patrimonio di conoscenze e di abilità pratiche sconosciute alla gran parte dei consumatori.
Vengono così esposti materiali e manufatti, attrezzi e macchinari, documenti scritti e a stampa, fotografie e un prezioso filmato inedito, dal titolo Calzolai, ciabattini, zoccolai al museo, realizzato per l’occasione da Massimo Pirovano e Giosuè Bolis. Si tratta di un documentario che illustra diverse fasi delle lavorazioni, arricchito da testimonianze dei protagonisti sulle storie familiari che si intrecciano alla storia sociale dell’Italia, dal primo Novecento a oggi.
Ricordiamo che il Museo Etnografico dell’Alta Brianza, di proprietà del Parco Monte Barro, è un luogo di incontro e di riflessione sulla vita quotidiana di coloro che sono vissuti e che vivono nella Brianza collinare e nel Lecchese. Il dialogo tra i ricercatori e i portatori della cultura locale permette di illustrare, con un allestimento multimediale, pratiche, modi espressivi, credenze, tradizionali o recenti. Vi si parla di allevamento del baco da seta, di lavori agricoli, di alimentazione, di trasporti rurali, di vinificazione, di uso del flauto di Pan, di uccellagione e caccia. Il museo, inoltre, conserva ambienti significativi della storia del territorio. Ai visitatori, ogni anno, si propongono mostre temporanee su temi specifici, pubblicazioni, documentari, incontri con studiosi e testimoni, performance, corsi di formazione, laboratori per gli studenti.
Sulle mostre che negli anni si avvicendano al MEAB è sempre possibile richiedere, durante la visita al museo, la visione dei relativi documentari: si tratta di venti filmati originali che hanno avuto anche importanti riconoscimenti.